domenica 12 luglio 2015

Forse per fare cose difficili, come cantare per il sordo, mostrare una rosa al cieco, liberare gli schiavi che pensano di essere liberi, ci vuole una grande fede... una grande fede nella bellezza e nelle potenzialità della vita e dell'uomo; ed un grande coraggio.

Ho conosciuto un uomo cieco, Wolfang, che sa descriverti meravigliosamente un paesaggio, semplicemente ascoltando i suoni che lo popolano; il fruscio del vento, il cinguettio degli uccellini, lo scricchiolio dei rami, l'umidità dell'aria, i profumi dispersi dal vento. Wolfang si accorge se le rondini sono migrate, Wolfang ti porta a passeggio nel bosco di notte, Wolfang va a fare volontariato in Africa.
Ho cominciato a intuire che poteva esistere un "paesaggio sonoro" grazie a lui. Di che meraviglie è capace l'uomo ! 
Wolfang entra nel suo orto ed hai la sensazione che le piante lo aspettino trepidanti per essere accarezzate da lui e all'improvviso si diffondono nell'aria profumi che fino a poco prima tu non avevi percepito.
Wolfang è un uomo che conserva il cuore di bambino ed ha saputo trasformare la sua vita in un magico girotondo, coinvolgendo nella danza le persone che gli stanno vicino.


Parlo di lui, perchè secondo me  incarna pienamente lo spirito della coscienza ecologica.

Non basta l'intelligenza ecologica per cogliere le relazioni che ci legano agli altri e alla natura, queste relazioni noi le viviamo quotidianamente e spesso di molte non ne siamo neppure consapevoli oppure non siamo consapevoli di come noi entriamo e viviamo le relazioni.

Solo la consapevolezza di noi stessi sostenuta da un coraggioso amore può portare a costruire una coscienza ecologica.



mercoledì 1 luglio 2015

Ecounsciousness, il solito gioco di parole...ed ecco trovato l'ennesimo titolo dell'ennesimo blog che si vuole occupare di coscienza ecologica. 

Ma poi, lasciando vagare i pensieri, arrivo a chiedermi: da Goleman in poi si parla tanto di "intelligenza ecologica", ma "la coscienza ecologica" invece cos'è?
L'Intelligenza ecologica (fonte wikipedia) è la capacità di riconoscere le molteplici connessioni che ci legano all'ambiente, è un radicale cambiamento cognitivo che implica una visione prospettica capace di cogliere anche le implicazioni del proprio operato, le ripercussioni sull’intero sistema di ogni scelta personale. Molto bello l'accento sulla responsabilità!

Ma se dell'ambiente e dell'altro da me non mi importa proprio un fico secco, perchè sono un gran egoista, oppure sono pieno di casini personali, di ordine materiale, relazionale o forse esistenziale, non è certo coltivando l'intelligenza ecologica che troverò le risorse per uscire dalla mia crisi personale e dare il mio piccolo (ma indispensabile ed affatto irrilevante) contributo per superare la crisi planetaria.
Forse ci vuole una coscienza ecologica !!! Ma che risorsa è? di cosa si tratta e perchè è così determinante, per me ma non solo, qui e ora?

Ad essere sincera, non sono riuscita a trovare in rete una vera e propria  definizione di "coscienza ecologica", tantomeno a risalire all'autore che può averla coniata.
E così, proverò a darne una definizione io, ma dovrete aspettare il prossimo post...

fino ad allora, 
vi lascio con un'immagine ed una poesia



“E’ difficile fare le cose difficili:
parlare al sordo,
mostrare la rosa al cieco. 
Bambini imparate a fare le cose difficili:
dare la mano al cieco,
cantare per il sordo,
liberare gli schiavi
che si credono liberi.”

Gianni Rodari, “Lettera ai bambini” in Parole per giocare, Manzuoli , 1979